Re di macchia – Bruno Modugno.
Introduzione di Alberto Bevilacqua.
Rusconi Libri, 1988.
Re di Macchia è la storia dell’impossibile rapporto fra due persone che simbolicamente rappresentano due momenti storici, due modi diversi di sentire le cose. Davide è solo in apparenza un bracconiere: è mito, dio silvano, limite fisico di un’epoca storica, nostalgia di radici remote, entità sognata e sognante, continuazione pensante della natura.
Regina è la donna che con lui divide la vita nella Macchia, subendo la fatica di una esistenza spietata e la paura che di notte esce dagli anfratti umidi e avvolge le cose. Volterà le spalle al mistero e tornerà fra la gente per accumulare denaro e sottrarre forza ai potenti del suo tempo.
Muore il mito e comincia l’avventura mercantile di una classe che ha rinnegato la sua identità di origine per cercarne una nuova. Restano la nostalgia, la confusione dei ruoli, l’alienazione.
E Davide si avventurerà sempre più nel folto fino a diventare macchia, lui stesso.
Re di Macchia narra una vicenda emblematica, il “rifiuto del mondo contemporaneo”, come ha scritto Alberto Bevilacqua nell’introduzione, “e insieme, il culto per l’uomo che sapeva competere aspramente con la Natura, e questa con lui, l’uno addossando all’altra i propri misteri e le proprie crudeltà”.
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