Il cerchio della ragione – Amitav Ghosh.
I Edizione, Settembre 1986.
In un paesaggio narrativo coloratissimo, animato dalle voci di tanti personaggi, si snodano le mille e una avventure transcontinentali di Alu, ragazzo straordinario, che deve il suo nome a una testa dalla forma curiosamente irregolare, tutta bernoccoli e protuberanze (Il suo nome è Alu, che significa appunto tubero, patata). Nel villaggio di Lalpukur, cento miglia a nord di Calcutta, Alu è il privilegiato oggetto di studio (e d’affetto) per lo zio Balaran Bose, maestro elementare con ambizioni di frenologo, patito della Scienza (è lui il fondatore della Scuola Pasteur della Regione, divisa nei due dipartimenti della Ragion Pura – dove si insegna a leggere e scrivere – e Ragion Pratica, per sarti e tessitori), ma soprattutto nemico giurato del padrone della scuola locale, Bhudeb Roy, divorato dalla passione politica e dalla smania di potere e denaro. Il contrasto tra i due deflagra senza esclusione di colpi. Ma ci pensa Alu-patata a portare avanti le utopiche aspirazioni dello zio, fondando (siamo ormai nel Golfo Persico) una comunità anti-denaro, rifugio di reietti e strampalati, contro cui si scatena la polizia nella persona del giovane poliziotto Jyoti Das, segugio assillante ma anche svagato pittore e osservatore d’uccelli. Fughe, inseguimenti. Ultimo teatro d’azione, la cittadina di El Oued, ai margini del Sahara algerino dove inseguitori e inseguiti si ritrovano in un sorprendente finale.
Titolo originale: The circle of reason.
Traduzione: Vincenzo Mantovani.

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