Madame Bovary – Gustave Flaubert.
Sansoni Editore 1967.
«Madame Bovary sono io» ebbe ad affermare Flaubert rispondendo ad una fra le tante persone che, nei modi più svariati e spesso fantasiosi, si erano poste il problema di identificare il “modello” della sua celebre protagonista. E quest’affermazione, che pure aveva soprattutto una funzione polemica, non perde, ad una attenta riflessione critica, una sua carica di verità letterale, una pregnanza di significato che costringe a ricordarla sempre, quando dalla lettura – immancabilmente appassionata anche per dei lettori come noi, venuti oltre un secolo dopo – si passi alla interrogazione, all’analisi di questo romanzo a cui da oltre un secolo sta solidamente legato il cartellino della “impassibilità” o “impersonalità” della scrittura. Certo è cosa ben nota che lo spunto, il “soggetto” di Madame Bovary fu fornito da una squallida vicenda reale, la storia di un mediocre dottor Delamare e della sua irrequieta consorte Delphine, che ebbe per amanti un dongiovanni di provincia ed un aiuto notaio, e che pose fine ai suoi giorni avvelenandosi; e noti sono, dopo tante pazienti ricerche d’indagatori delle più quotidiane parentele fra l’arte e la realtà, i “modelli” reali del farmacista Homais come del villaggio di Yonville, dell’Hirondelle o dell’Abbé Bournisien.
101612 Madame Bovary – Gustave Flaubert.
Libro Sansoni Editore 1967.
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