L’inferno. Profondo Sud, male oscuro – Giorgio Bocca.
«Visto dall’alto l’inferno degli italiani è bellissimo. Dalla rocca di Erice, dall’aereo che scende sul mare verde e franto di Punta Raisi, dalle radure del Pollino su cui trascorrono nubi leggere fra i due mari esso sembra disegnato per gli dèi. Alle porte di questo inferno, dentro questo inferno ti avvolgono i profumi forti dei mirti, della macchia, degli aranceti, del salso che arriva dall’isola delle Femmine sulla strada di Palermo, dentro i calori della terra calda. Questo inferno degli italiani pieno di linfe sulfuree, di sorgenti fumanti, di lave scorrenti senza il quale noi del settentrione che ci portiamo addosso gli odori scialbi delle marcite, i gusti tenui dei pesci di lago non ci sentiremmo mediterranei, non ci sentirremmo anche figli della terra “in cui fioriscono i limoni”. E allora per quale peccato originale, per quali orgogli, per quale maledizione della storia, per quale “fatalità geografica” noi italiani del Nord e del Sud non riusciamo a fare di questo nostro Paese un Paese unito? Il guaio, per gli italiani dell’alta come della bassa Italia, è che non sono due popoli l’un l’altro straniero, che non esistono fra di essi diversità insormontabili di religione, di lingua, di razza. Il guaio è che il profondo Sud, come notava Ugo La Malfa, non è Oriente, non è Terzo mondo, ma Occidente cristiano e mediterraneo, che per un diverso corso storico risulta come sfasato rispetto alle regioni più avanzate. … »
101544 L’inferno. Profondo Sud, male oscuro – Giorgio Bocca.
Libro CDE 1993
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