Lo chiamavano corda da forca – Hans Hellmut Kirst.
Il tenente Strick ha alle spalle tre anni di guerra durissima in Russia e ora deve raggiungere Rehhausen, una piazza militare di retrovia. A un nodo ferroviario scorge un vagone semivuoto e, sul marciapiede, dei soldati, feriti e morenti. Chiede al comandante che si dia loro la precedenza, ma questi si oppone: ci sono casse che esigono il trasporto immediato. A Rehhausen Strick scopre che esse contengono bottiglie, cibi, ghiottonerie e, d’autorità, denuncia gli ufficiali compromessi, destituisce, arresta. Giugno 1944: viene fulminea la notizia dell’attentato a Hitler. Strick ha in mano le file della rivolta. Il rovescio della situazione lo trova freddo e pronto. Lo chiamavano corda da forca non è un racconto di guerra; è la storia di un uomo che porta la guerra in sé come una fiamma alla cui luce non può sfuggire nessuna vergogna, nessuna indegnità.
Garzanti 1969.
Titolo originale: Wir nannten ihn Galgenstrick.
Traduzione: Mario Merlini.
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