Un altare per la madre – Ferdinando Camon.
Un piccolo corteo dietro la bara in un livido scenario di terra e di cielo. La morte è entrata improvvisa e crudele in una casa di contadini, dove ancora radicata è las fede nella terra e dove esiste, quootidiano e spontaneo, il rapporto con Dio. La casa è stata privata dell’unica donna, la madre, e i superstiti soffrono, oltre alla ferita dei sentimenti, lo squilibrio di un mondo dove è venuto a mancare un elemento fondamentale, il riferimento inappellabile della tenerezza e della continuità.
Nei penetranti ricordi di un figlio, che trascrive sulla carta il faticoso dipanarsi del suo dolore, la figura della donna esce come in una serie di istantanee a colori, una parola, un gesto, un atteggiamento, fino all’apparizione dello straniero che al vecchio padre ricorda di essere stato generosamente salvato, durante la guerra, dalla donna ora scomparsa. Sul luogo stesso di quell’atto civile il vecchio costruirà il monumento alla sua donna perduta per sempre. Fatica improba, che tutti ritengono impossibile per l’età e la malferma salute dell’artefice, ma che l’amore, la memoria e la disperazione porteranno a termine, fino alla glorificazione finale. La vita continua, sorretta dal conforto d’essere riusciti, in qualche modo, a perpetuare nel mondo una presenza che si credeva ineluttabilmente perduta.
101890 Un altare per la madre – Ferdinando Camon.
Libro Club degli Editori 1978
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