La vita interiore – Alberto Moravia.
“Questo è il mio ultimo romanzo,” dice Alberto Moravia de La vita interiore. “Scrivere romanzi costa fatica. Una vera fatica fisica…” Per scrivere La vita interiore Moravia ha impiegato sette anni. Sette anni, sette stesure; e, intanto, l’Italia precipitava nel baratro della confusione, dell’assurdità, dell’orrore. Le sette stesure si sono successivamente infittite non di improbabili aggiornamenti alla crudele realtà contemporanea, ma di appassionati tentativi di comprensione e di spiegazione di quanto stava accadendo. Comprensione e spiegazione, mai giustificazione, perché l’impegno di Moravia è la lucidità, il dominio razionale delle contraddizioni. La vita interiore è apparentemente la confessione di una ragazza al narratore. Desideria confessa la ribellione alla propria famiglia, alla propria classe, alla propria società. Il narratore interroga Desideria, la spinge a una maggiore sincerità, ma non tira le conclusioni, come affascinato dall’enormità delle rivelazioni che ottiene, rivelazioni di eccessi di amore e di furore, di sopraffazioni e di delitti, di innocenze e di colpevolezze d’ogni tipo. La vita interiore non contiene una storia, ma la Storia che stiamo ancora subendo. Come nel 1929 ne Gli indifferenti, il ritratto della borghesia fascista che non ascolta la coscienza, e nel 1960 ne La noia, il ritratto della borghesia consumista che vuole essere travolta dalla irrealtà, Alberto Moravia riesce oggi ne La vita interiore a folgorare l’impasto umano della sua epoca in uno sconvolgente ritratto, quello della borghesia omicida e suicida per odio a se stessa, per odio alla vita esteriore. La vita interiore è il romanzo più terribile e insieme più necessario di Alberto Moravia, l’approdo più alto di una lunga carriera di narratore.
101620 La vita interiore – Alberto Moravia.
Libro Bompiani 1978
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