Lo scugnizzo – Ciro Civile
In questa autobiografia, l’autore, ha voluto non solo mettere a nudo la sua vita spesa in giro per l’Italia in cerca di fortuna, tra mille sofferenze e delusioni, con l’illusione di trovare qualcosa di meglio di quello che il suo povero mondo di scugnizzo le offriva, ma ha voluto anche denunciare alcune piaghe della nostra società che, sebbene tutti conoscano, pochi le considerano realtà. E quei pochi sono solo coloro che, come lui, le hanno vissute e quegli altri che ancora oggi le vivono. La gente “bene” vede nello scugnizzo il delinquente di strada che già a dieci anni vive sui marciapiedi con un coltello in tasca, assetato di violenza per conquistarsi quello che non ha. Ma nessuno mai si è chiesto di chi sia la colpa del suo vivere sconclusionato, senza leggi e rispetto per il prossimo?
Nessuno mai si è chiesto cosa passi nella testa di quel ragazzino che già a sette anni deve guadagnarsi di che vivere? Nessuno mai si è chiesto di chi sia la causa di tanta violenza minorile in una città come Napoli, in cui la metà della popolazione infantile muore per malattie infettive e l’altra metà non possiede neanche uno di quei requisiti per essere considerato un ragazzo normale, con una vita altrettanto normale? Per capire cos’è la fame, la povertà, quella povertà che non ti permette di guarire se ti ammali che non ti permette di mangiare se non rubi, non bisogna andare nel terzo mondo. Per capire cos’è una vita che non è vita, non bisogna andare tanto lontano. Si può essere spettatori di situazioni drammatiche a pochi KM da casa nostra, dove una delle città più belle del mondo sta muorendo in silenzio.
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